Il Califfo Cicogna

Commedia per bambini e famiglie da Wilhelm Hauff

Regia, traduzione e adattamento Raffaello Malesci 

Stagione teatrale 2018 - 2019


Uno spettacolo simpatico e colorato che fa riscoprire una curiosa fiaba tedesca in cui niente è come sembra.

 

Scheda dello spettacolo:

  • Titolo originale: Die Geschichte von Kalif Storch (La storia del Califfo Cicogna)
  • Anno di pubblicazione: 1825
  • Autore: Wilhelm Hauff (Stoccarda 1802 – 1827)
  • Lingua originale: Tedesco
  • Regia: Raffaello Malesci
  • Interpreti: Giorgio Mosca, Fiorenzo Savoldi, Fabio Tosato, Elisa Benedetti
  • Durata: 60 minuti circa, senza intervallo

 

Informazioni didattiche e tematiche:

Il valore della conoscenza e della cultura; l’inganno delle apparenze: l’importanza di giudicare dai comportamenti e non dall’estetica; resilienza e ottimismo; amicizia e collaborazione.

 

Riassunto:

Chasid è un califfo a cui sembra non manchi nulla: nel suo grande palazzo trascorre una vita agiata coccolandosi con profumi, spuntini e sonnellini. Il fidato gran Visir Mansor, poi, lo consiglia, lo guida e lo aiuta in tutto: anche nella lettura. Il Califfo, infatti, nonostante possegga una grande biblioteca non sa leggere nemmeno una parola!

Un giorno arriva a palazzo il dotto alchimista Selim che mostra al Califfo tutta la sua merce più preziosa. Chasid è incuriosito da una piccola scatola che scopre contenere una potente magia: chiunque seguirà le istruzioni della pergamena e annuserà la polvere in essa contenuta potrà trasformarsi in qualsiasi animale desideri…. ma attenzione! Quando si sarà trasformati in animali non si dovrà assolutamente ridere altrimenti ci si dimenticherà la parola magica che permette di tornare umani.

Il Califfo non crede alle proprie orecchie: finalmente potrà parlare con gli animali, realizzando il sogno che ha fin da bambino.

Insieme al fedele Mansor, compie la magia e decide che si trasformerà in una cicogna così da poter comprendere ciò che si dicono i volatili nel giardino del palazzo.

Divenuti cicogne, i due ascoltano interessati gli strampalati discorsi dei due buffi pennuti che zampettano nello stagno reale e… non riescono a trattenere le risate!

Il guaio è fatto: né Chasid né Mansor riescono più a ricordare la parola magica per tornare quelli di prima. Come se ciò non bastasse scoprono che Selim è un perfido mago che li ha raggirati per diventare egli stesso sultano.

Il Califfo e il suo gran Visir volano allora a Medina per cercare di sciogliere l’incantesimo a cui sono soggetti. Lì incontrano una brutta civetta marrone che svela loro di essere pure lei vittima del perfido Selim ed accetta di fornire il suo aiuto a patto che uno dei due malcapitati la sposi (questo è infatti l’unico modo per spezzare la sua maledizione).

Chasid accetta di sposarla e così la civetta, mimetizzandosi nel buio della sala in cui Selim si ritrova con i suoi scagnozzi, ascolta il mago parlare delle sue malefatte e riferire proprio la parola magica che può salvare il califfo.

Chasid e Mansor possono allora tornare esseri umani e così si spezza anche la maledizione della povera civetta che si ritrasforma nella bella principessa Lusa. Il perfido Selim viene incarcerato mentre il Califfo e la sua nuova mogliettina partono per un lungo viaggio, lasciando al gran Visir il compito di badare al palazzo reale.

 

L’autore Wilhelm Hauff:

Nato a Stoccarda il 29 novembre 1802, dopo la morte del padre (nel 1809) si trasferì con la famiglia nella città di Tubinga. Lì realizzò il suo percorso di studi che culminò con la frequentazione della facoltà di teologia e filosofia dell’università di Tubinga.

Frequentò il circolo letterario guidato dal poeta Justinus Kerner mentre lavorò come precettore e redattore del giornale Morgenblatt.

Durante un viaggio in Tirolo per raccogliere materiale su Andreas Hofer (l’oste e comandante tirolese, noto come Generale Barbòne) si ammalò di tifo.

Morì il 18 novembre 1827 a pochi giorni dal suo 25° compleanno, lasciando la moglie Luise e la figlia Wilhelmine di appena una settimana di vita.

La sua carriera letteraria fu breve ma gli consentì di raggiungere il successo con un romanzo storico intitolato “Il castello di Lichtenstein” (Lichtenstein, 1826) e con diverse raccolte di fiabe e novelle. Tra di esse furono particolarmente apprezzate “La storia del Califfo Cicogna” (Die Geschichte von Kalif Storch, 1825) e “Nano Nasone” (Der Zwerg Nase, 1826).

 

Commento:

Chi non vorrebbe poter capire il linguaggio degli animali? Comprendere di cosa parlano quelle due ranocchie che vediamo scorrazzare per lo stagno o i discorsi notturni della civetta che si è appollaiata sul tetto?

Il Califfo Chasid realizza il desiderio di tutti quando riesce a trasformarsi in cicogna ed ascoltare le conversazioni dei volatili del suo palazzo… ma le cose, si sa, non sempre vanno come ci si aspetta e le complicazioni non tarderanno ad arrivare. Un Califfo cicogna infatti non si è mai visto!

Avendo perso la possibilità di tornare umano, il suo ruolo e il suo regno, forse sarebbe per lui più facile accettare di trascorrere il resto della propria vita da pennuto.

E invece il nostro stravagante e simpatico Chasid non si perde d’animo e mantiene il buonumore e il suo ottimismo. Non si lascia paralizzare dai propri errori perdendo tempo a rimuginare sul passato ma si mette in moto per cambiare il proprio futuro, scoprendo come le apparenze spesso ingannino e imparando come la conoscenza possa essere la chiave per migliorare la propria esistenza.

Le buffe avventure del Califfo cicogna ci spronano allora a non lasciarci frenare da qualche errore che potremo commettere lungo il nostro cammino… un futuro roseo ci aspetta e attende solo che ci diamo da fare per raggiungerlo.