L'Acchiappa Ratti di Hamelin

dai fratelli Grimm - Drammaturgia Raffaello Malesci
Commedia brillante


Acchiappa ratti o pifferaio? Ratti o bambini? L’unica cosa certa di questa famosa leggenda è una: la città di Hameln – anticamente detta Hamelin – nella Bassa Sassonia non lontano da Hannover nel nord della Germania. Hameln per la sua locazione geografica è stata in gran parte risparmiata dai devastanti bombardamenti della seconda guerra mondiale e conserva un centro storico medievale intatto. Su una casa antica nel centro, detta la casa dell’acchiappa ratti, si trova questa scritta incisa nell’architrave e risalente, pare alla metà del seicento:

ANNO 1284 AM DAGE JOHANNIS ET PAULI WAR DER 26. JUNI - DORCH EINEN PIPER MIT ALLERLEY FARVE BEKLEDET GEWESEN CXXX KINDER VERLEDET BINNEN HAMELN GEBOREN - TO CALVARIE BI DEN KOPPEN VERLOREN.

Che tradotto dal tedesco medievale suona: “Il giorno di san Giovanni e Paolo anno 1284 era il 26 di Giugno. Un pifferaio vestito con un abito di tutti i colori ha perduto a Koppen sul monte del calvario centotrenta bambini nati ad Hameln.”

La prima cosa che salta all’occhio è proprio che non viene fatta alcuna menzione a topi o ratti, ma solo a dei bambini perduti a Koppen su un monte detto calvario. In effetti troviamo una località con questo nome su un’altura appena fuori dalla città. I topi per la prima volta appaiono in un acquerello di metà cinquecento ove si vede raffigurato un pifferaio, i topi, i bambini e il monte del calvario.

I fratelli Grimm pubblicano la storia nel loro libro di “Saghe tedesche” del 1816 con il titolo “I bambini di Hameln”. In questa versione il protagonista si presenta ai cittadini di Hameln come un “Rattenfänger”, letteralmente dunque un “Acchiappa Ratti”, vestito con un abito multicolore. L’incantamento nei Grimm avviene con una sorta di fischietto e viene data scarsissima importanza alle capacità musicali del nostro Acchiappa Ratti. Resta invariato invece il riferimento ai centotrenta bambini, perduti sul monte del calvario a seguito del rifiuto dei cittadini di pagare il compenso dovuto per l’annegamento dei topi.

La di poco posteriore la saga di Ludwig Bechstein ricalca sostanzialmente la versione dei Grimm. In seguito il motivo dell’acchiappa ratti sarà ripreso da vari poeti: Johann Wolfgang Goethe, Robert Browning, Clemens Brentano, Achim von Arnim e Bertold Brecht. Michael Ende nel novecento crea un libretto d’opera ispirato alla vicenda.

Dove siano finiti i centotrenta bambini di Hameln nessuno lo sa con certezza, così come nessuno sa storicamente da dove sia arrivato questo Acchiappa Ratti vestito di un abito multicolore, chiaro rimando all’origine infernale del personaggio. Essendoci dalle parti di del Meclemburgo e della Pomerania diversi toponimi molto simili ad Hameln e a sue frazioni, la tesi più accreditata è quella di una sorta di “reclutatore” per la colonizzazione dei territori allora disabitati dell’est germanico. La dipartita di un gran numero di giovani può aver probabilmente lasciato traccia nell’immaginario collettivo della città, generando la saga dell’acchiappa ratti di Hameln.

Leggenda o verità storica, i motivi della piaga dei ratti, del loro annegamento nel fiume Weser e della scomparsa dei bambini sul monte del calvario continuano anche oggi a generare molteplici rimandi e assonanze con la contemporaneità. Motivi che abbiamo cercando di indagare tradendo ampiamente la storia e piegando i suoi fili nella tela intricata di un racconto contemporaneo.