La guerra oggi può sembrare un gioco, una cosa lontana, sfuggente, televisiva, spesso dalle motivazioni incomprensibili. Che relazione ha la ricerca della pace con la voglia di giocare alla guerra insita nell’animo umano?
L’articolato rapporto fra pace e guerra si perde facilmente nella complessità del mondo contemporaneo. Per la società occidentale spesso i conflitti sembrano lontani, evanescenti, edulcorati dalla televisione e dai media. La multimedialità della comunicazione ci catapulta quasi in un videogioco, ma sarà realtà o finzione? Gli uomini giocano a fare la guerra. Ma la guerra è solo un gioco? La pace per essere tale ha veramente bisogno di una qualche guerra altrove?
Molte domande per un cabaret satirico, pungente e mai banale che tira in ballo gli istinti umani e la nostra società complessa e complicata dove una parola semplice come “pace” si deve giostrare fra stati e organismi internazionali, mercanti d’armi e conferenze sul disarmo, inni nazionali e pranzi ufficiali, missioni di pace e ambasciate internazionali.
Allora meglio farsi una risata con “una guerra degli asparagi” per esorcizzare altre guerre ben peggiori.