Una commedia tragica per riscoprire Dürrenmatt
Friederich Dürrenmatt, uno dei maggiori drammaturghi svizzeri, ha sempre guardato per le sue commedie ad ispirazioni di tipo classico e anche per “La Visita della Vecchia Signora” il rimando alla vendetta inesorabile delle tragedie eschilee è palese. Dürrenmatt tuttavia permea questo lavoro di una comicità sfrenata e surreale che fagocita le nevrosi del nostro tempo riversandole in una trama di stampo classico.
Così i cittadini di Guellen, uno sperduto e non meglio precisato paesino della Svizzera rurale, afflitti da una povertà assoluta e inspiegabile, attendono con impazienza il ritorno della vecchia miliardaria Claire Zachanassian, originaria di Guellen, nella speranza che questa risollevi le sorti del misero borgo che per l’autore assurge a simbolo della decadente civiltà contemporanea.
La Vecchia Signora infatti ritorna e promette di regalare alla città un miliardo ma alla condizione di potersi comprare la giustizia, una giustizia che le era stata negata in gioventù. Essa chiede di riparare il torto che le aveva inflitto Alfredo Ill, il fidanzato di allora, negando la paternità al bambino che lei portava in grembo e costringendola a fuggire dal paese per non subire la vergogna di un figlio illegittimo.
Improvvisamente l’idillio si rompe e la Vecchia Signora assurge a ruolo di angelo vendicatore di un torto commesso ben quarant’anni prima: per lei infatti la “giustizia” non può che coincidere con la morte, con il sacrificio, di Alfredo Ill. Nella commedia si riaffaccia la tragedia greca, il delitto di sangue che perseguita inesorabile i protagonisti anche a distanza di molti anni. Se non che Dürrenmatt ribalta l’impianto classico della tragedia, che prevede che l’eroina si faccia giustizia da sola, e investe Guellen e i suoi abitanti, archetipi del civile popolo europeo, della responsabilità della vendetta: il miliardo sarà concesso solo in cambio dell’assassinio di Alfredo III.
Il rifiuto di questa barbarie è immediato e sdegnoso, ma la Vecchia Signora non si scompone sorride ed esclama “Io Aspetto”.
Sarà la forza del denaro e della ricchezza ora a condurre la commedia ad un finale inevitabile proprio perché tutti i tentativi di fare valere i capisaldi di una morale ormai in sfacelo si infrangono davanti al fattore economico che Dürrenmatt rivela come unico vero motore del mondo, davanti al quale ogni principio, ogni morale soccombe inesorabilmente.
CLAIRE
L'umana comprensione, signori miei, è fatta per i portafogli dei milionari; il mio potere finanziario mi permette di organizzare il mondo a modo mio. Il mondo ha fatto di me una puttana e adesso io ne faccio un bordello. Chi non ha soldi da sborsare deve adattarsi, se vuole esser della partita. Voi volete essere della partita. Rispettabile è solo chi paga, ed io pago. Gúllen per un assassinio, prosperità in cambio di un cadavere.
Raffaello Mlaesci
...continua
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