Le vedove allegre

Ambasciata del regno del Birkenfeld. Tutto il governo muore in un tragico e sospetto incidente in autobus. Tocca ora alle vedove dei ministri salvare lo stato dalla bancarotta.

Da un classico dell’ottocento francese una spassosa commedia rivisitata in chiave moderna e ironica. La famosa “Vedova allegra”, rimasta sola a Parigi a contendersi gli appetiti di nuovi pretendenti e a giocare in un sottile gioco diplomatico internazionale, si moltiplica acquisendo molti spassosi alter-ego.

La commedia tocca varie tematiche che dall’ottocento in poi sono purtroppo rimaste sempre attuali, anche se spesso abilmente celate in nuove e insospettabili confezioni.

La commistione opaca fra politica e denaro, la bramosia per il potere visto come mezzo di affermazione e non come servizio per la comunità, il militarismo esibito o celato sotto abiti civili, il nazionalismo, la xenofobia.

Fenomeni che ciclicamente vediamo ritornare e che è sempre utile esorcizzare attraverso la metafora del teatro, perché una risata ci porti anche a riflettere, per vigilare e per non dimenticare. La drammaturgia “Le vedove Allegre” è una creazione originale che si ispira al “Segretario d’Ambasciata” fortunata commedia di Henri Meilhac presentata per la prima volta a Parigi al Théâtre du Vaudeville nel 1861.

La drammaturgia è frutto di un processo di riscrittura, in parte effettuato in stretta collaborazione con gli attori, in cui abbiamo cercato di affrontare la tematica della relazione fra potere, denaro e politica.

Ogni attore ha cercato di costruire un proprio personaggio che in fase di montaggio è stato amalgamato alla drammaturgia generale creando in questo modo un connubio, speriamo felice, fra le necessità della commedia e gli spunti personali di ogni singolo protagonista.