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I promessi sposi: un patrimonio comune
“Quel ramo del lago di Como…†è il notissimo incipit del grande romanzo manzoniano. È indubbio che tutti conoscano, almeno a grandi linee, i Promessi Sposi, che è patrimonio comune della formazione di ogni italiano. Nelle memorie scolastiche di ognuno di noi riecheggia l’inizio del romanzo che è anche l’archetipo di una delle più note storie d’amore della letteratura italiana: quella fra Renzo Tramaglino e Lucia Mondella.
Affrontando la sfida della messa in scena di un grande classico, ci siamo principalmente concentrati su una riduzione teatrale che potesse adattare i molteplici contenuti del romanzo in una storia avvincente e dai tempi teatralmente serrati, senza tuttavia tralasciare i temi fondamentali affrontati dal romanzo.
Scenograficamente abbiamo optato per una grande tavolata che divide in due il palcoscenico. Questa ci permette una molteplicità di ambientazioni e di significati metaforici: desco nuziale, spalto, altare, muro, ricovero, strada e convento. Una tavola che unisce e divide i tanti personaggi che costellano il romanzo. Spesso abbozzati in apparizioni fugaci, ma tutti con il loro carattere precipuo e indimenticabile: Agnese, Perpetua, Don Abbondio, il padre Cristoforo, il Cardinale Borromeo, Don Rodrigo, il Conte Attilio, il Podestà , il Griso, L’Innominato, il Nibbio, l’Azzeccagarbugli, Tonio, Gervasio, Ferrer, Egidio e la Monaca di Monza.
Non ci resta che iniziare la travagliata storia dei nostri innamorati Renzo e Lucia: “Quel ramo del lago di Como…â€
Fiorenzo Savoldi
...continua
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