“Un marito ideale” affronta tematiche sociali – la corruzione, lo scandalo politico – per parlare soprattutto di tematiche intime – le verità scomode, l’uso a fin di bene della menzogna, l’accettazione dei nostri e degli altrui errori. Se quindi l’Ernesto, delle quattro “commedie salottiere”, rappresenta un eccellente affresco dell’Inghilterra borghese decadente, “Un marito ideale” riesce a racchiudere tanto quest’ironico affresco quanto temi che stimolano la riflessione dello spettatore contemporaneo su concetti quali la moralità e il moralismo, il perbenismo e l’integralismo.
“Un marito ideale”, pur ricco di estetismi, di aforismi e di paradossi, si allontana dallo stereotipo wildiano puro, miscelando i tratti più estetizzanti delle commedie di Wilde con profondità psicologiche che emergono insospettate dai personaggi, i quali non rimangono quasi mai uguali a se stessi nel corso della vicenda. Anzi sono proprio i “viraggi di pensiero” dei protagonisti a dare senso al plot drammaturgico.