Gnomo Nasone

Spettacolo per bambini e famiglie da Wilhelm Hauff

Durata 1 ora e 15 minuti


Un bambino perfetto viene imprigionato per sette anni da una vecchia strega, trasformato in uno gnomo dal grande naso, allontanato da amici e familiari, … Insomma: tutto sembra andare per il verso sbagliato e per Giacomino sarebbe facile abbattersi e lasciarsi andare alla tristezza.

La fiaba di Hauff però è un inno alla tenacia, alla voglia di non darsi mai per vinti, di giocare le proprie carte anche se per gli altri le nostre chance di successo sono poche.

Giacomino è un ragazzo che non si lascia scoraggiare e che non permette a qualche intoppo (per quanto grave sia) di ostacolare la sua strada verso la felicità. Ama cucinare ed ha imparato a farlo al meglio… non sarà certo il fatto di essere deriso per il suo aspetto ridicolo a fermarlo!

La fiaba di Gnomo Nasone ci insegna a provare, ad impegnarci, a non soffermarci sui nostri difetti ma a puntare sulle nostre potenzialità, anche quando tutto sembra andare storto, anche quando ci sentiamo brutti e goffi, con un grande naso e nessun amico.

In ogni difficoltà allora c’è una possibilità, in ogni ostacolo una nuova avventura che può regalarci grandi soddisfazioni. Il segreto è darsi da fare… perché non importa se le chances sono poche: prima o poi un piatto perfetto uscirà anche a noi.

Riassunto:

Giacomino è un bambino bravo ed ubbidiente che aiuta il padre calzolaio e la madre ortolana.

Una mattina al banco di frutta e verdura arriva zoppicando una vecchia con un naso ricurvo ed un collo lungo e sottile che tocca, annusa e critica malamente la merce esposta. Giacomino, anche se piccolo, le risponde per le rime e ne critica l’aspetto. La donna pare infastidita ma poi compra delle zucche e chiede di essere aiutata proprio dal bambino a portare a casa la spesa.

Qui prepara una zuppa al piccolo, che la beve e si addormenta. Credendo di stare sognando, Giacomino passa 7 anni al servizio della strega dove impara a cucinare i piatti più complessi e raffinati.

Un giorno, dopo aver annusato un’erba scovata nella dispensa, si risveglia e torna dai propri genitori che però lo scacciano in malo modo. Essi, non riescono infatti più a riconoscerlo perché Giacomino è stato trasformato in un brutto gnomo dal grande naso.

Rimasto solo, il ragazzo decide di sfruttare le sue abilità di cuoco e di tentare la fortuna presso il palazzo del Duca. Lì riesce a convincere tutti del proprio talento e così il Duca gli assegna il ruolo di vice mastro di cucina ed il nome di Gnomo Nasone.

Un pomeriggio, nel corso della preparazione di un piatto, un’oca gli parla. Si tratta di Mimi, la figlia del mastro di un’isola lontana, anch’essa perseguitata da una vecchia maga. Gnomo Nasone la salva dai pericoli della cucina e i due diventano amici.

La tranquillità di Gnomo Nasone però dura poco: il Duca riceve la visita di un Principe e desidera che gli vengano serviti i piatti più vari e ricercati. Quest’ultimo sembra però non essere mai soddisfatto e chiede che gli sia preparato il pasticcio sovrano, un piatto prelibato sconosciuto nelle terre del Duca.

Nasone, grazie ai suggerimenti dell’oca Mimi, riesce a preparare la pietanza ma l’ospite si accorge della mancanza di un ingrediente: l’erba starnutosa. Lo gnomo dovrà allora ripreparare il pasticcio in modo corretto, altrimenti verrà decapitato.

Con l’aiuto della sua fidata oca parlante, Nasone riesce a trovare l’erba desiderata dal Principe e scopre che è la stessa utilizzata dalla strega per il suo sortilegio.

Gnomo Nasone e l’oca parlante provano quindi ad annusare la pianta e spezzano l’incantesimo tornando ad essere semplicemente Giacomino e Mimi. Senza più nasi ingombrati od ali di piume fanno allora progetti per il futuro rallegrandosi della felicità ritrovata.

 

L’autore Wilhelm Hauff:

Nato a Stoccarda il 29 novembre 1802, dopo la morte del padre (nel 1809) si trasferì con la famiglia nella città di Tubinga. Lì realizzò il suo percorso di studi che culminò con la frequentazione della facoltà di teologia e filosofia dell’università di Tubinga.

Frequentò il circolo letterario guidato dal poeta Justinus Kerner mentre lavorò come precettore e redattore del giornale Morgenblatt.

Durante un viaggio in Tirolo per raccogliere materiale su Andreas Hofer (l’oste e comandante tirolese, noto come Generale Barbòne) si ammalò di tifo.

Morì il 18 novembre 1827 a pochi giorni dal suo 25° compleanno, lasciando la moglie Luise e la figlia Wilhelmine di appena una settimana di vita.

La sua carriera letteraria fu breve ma gli consentì di raggiungere il successo con un romanzo storico intitolato “Il castello di Lichtenstein” (Lichtenstein, 1826) e con diverse raccolte di fiabe e novelle. Tra di esse furono particolarmente apprezzate “La storia del Califfo Cicogna” (Die Geschichte von Kalif Storch, 1825) e “Nano Nasone” (Der Zwerg Nase, 1826).