Il Gran Teatro del Mondo

Cabaret teatrale barocco da Pedro Calderon de la Barca

con un contributo di Maria Lazar

Regia e drammaturgia Raffaello Malesci

Stagione teatrale 2024


Il Mondo ha bisogno di sogni e di Teatro

Pedro Calderon de la Barca scrive Il Gran Teatro del Mondo fra il 1633 e il 1636. Si tratta di un Autosacramentale, ovvero di una rappresentazione dedicata alla festa del corpus domini.

Calderon mette in scena un autore che assomiglia a Dio, un Mondo che assomiglia ad un regista allestitore e dei personaggi che assomigliano agli uomini. Il tutto è ovviamente un’allegoria della vita come teatro, della vita come rappresentazione.

Oggi però il mondo è cambiato e il nostro autore non ha più autorità divina, non trova attori, deve cercarli, deve scendere a compromessi rispondendo ad un improbabile annuncio sul giornale. Gli attori hanno poi un’idea ben precisa dell’autore. Un po’ meno di sé stessi. L’autore deve allora travestirsi, diventare altro da sé per accontentare i suoi attori pur di portare avanti la rappresentazione. Ma nessuno è contento della parte assegnata, tutti si lamentano.

È chiaro che si tratta di un gioco, di un cabaret teatrale, in cui gli attori interpretano sé stessi in modo credibile e i personaggi in modo incredibile. Un gioco che assomiglia alla vita, con le sue storture e contraddizioni. Un gioco fra essere e rappresentare. Cabaret barocco, allegoria, antico e contemporaneo, la vita quotidiana come rappresentazione, un teatro come luogo di scavo, riflessione, risate.

La vita è improbabile, assurda, crudele, ingiusta; ma anche divertente, appassionata, sfaccettata. È chiara? Non sempre. Perché dovrebbe esserlo il teatro?

Bisogna tornare a Calderon. La vita è sogno! Viviamo in un sogno, recitiamo in un sogno. Godiamocelo.