Il malato immaginario

commedia di Molière

Regia e drammaturgia Raffaello Malesci

Stagione teatrale 2024


Molière, un teatro per l’attore

Jean-Baptiste Poquelin, in arte Molière, è il grande vate della commedia francese, il commediografo transalpino per antonomasia. Maltrattato in vita, incensato dopo morto; i Francesi ne hanno costruito un mito, cosa che per indole non riesce mai agli Italiani, basti pensare a Carlo Goldoni, che solo per la sua riforma del teatro meriterebbe ben altri onori in patria.

Molière fu un vero mattatore e la sua drammaturgia è una funzionale commistione di filoni raccatati da molti autori e abilmente piegati alle esigenze del protagonista, ovvero dello stesso Molière, che interpretava sempre in prima persona le sue commedie.

Niente di svilente in questa pratica: egli scrive per sé stesso e lo fa molto bene. Si circonda di una valida compagnia di comprimari e di seconde parti, consegna a tutti il giusto spazio, esalta le caratteristiche e le capacità dei colleghi con in mente sempre e solo un unico intento: il dominio del protagonista.

In Molière c’è il teatro di giro del seicento, quel Carro di Tespi raccontato mirabilmente da Théophile Gautier in Capitan Fracassa; i travestimenti e gli scambi di persona tipici del grande teatro spagnolo del secolo d’oro; la pratica e i lazzi della commedia dell’arte all’italiana; i canovacci che passano di mano in mano, spesso rubati ad altre compagnie; la compagnia che è anche famiglia. Poi, una volta ritornato a Parigi e introdotto a corte, Molière si piega a quello che andava di moda, al volere della nobiltà che il teatro lo finanzia, ovvero la commedia ballo che tanto piaceva a Luigi XIV.

Mestiere del teatro, ecco tutto. Ma un grande mestiere: quello imparato nelle piazze di provincia; quello che sa annusare i gusti del pubblico e dei potenti; quello condotto con pervicacia e abnegazione fino all’ultimo: fino a morire sul palcoscenico, così dice il mito, in realtà la notte dopo l’ultima rappresentazione del Malato Immaginario.

L’ultima commedia di Molière dunque, di una semplicità e al contempo di un’efficacia disarmante: un teatro per l’attore, un teatro per il pubblico, un teatro che non sopporta di essere ripreso, ritrasmesso, registrato, un teatro da vivere in sala insieme agli attori, giovani o vecchi, allievi o mattatori esperti.

Il gioco del teatro è adesso. Fra attori e pubblico. Una sera di teatro nella vita degli attori. Una sera di teatro nella vita del pubblico. Non tornerà mai uguale, godiamocela!

Raffaello Malesci