Lui, lei e l'altro

di Eugene Labiche Commedia brillante

Otto attori per una commedia divertente e ricca di colpi di scena, per scoprire che forse in coppia si sta meglio in tre!

Durata: 2 ore compreso intervallo

Spettacolo adatto a tutti


Le sorprese del Vaudeville

“Lui, lei e l’altro” è un libero adattamento dalla commedia “Il più felice dei tre” di Eugene Labiche. Il lavoro originale viene rappresentato per la prima volta l’11 Gennaio del 1870 a Parigi, al Theatre du Palais-Royale. In questo periodo Eugene Labiche è uno dei maggiori scrittori di vaudeville, con all’attivo, sempre insieme a molti collaboratori, decine di opere scritte per i teatri parigini. Il fatto di dedicarsi esclusivamente ad un teatro leggero non gli impedisce di essere nominato accademico di Francia nel 1880.

Il Vaudeville era il genere teatrale preferito dalla borghesia francese dell’ottocento. Un genere leggero, satirico, pungente, spesso mischiato a pezzi cantati e con esilaranti quanto improbabili colpi di scena, in situazioni complicate e imprevedibili. Labiche fu un maestro di questo genere, sfornando vere e proprie macchine ad orologeria della risata.

Partendo da uno dei suoi lavori più famosi abbiamo creato, insieme agli attori, una commedia sostanzialmente nuova. L’azione è stata trasferita ai primi del novecento, modernizzata e resa attuale. L’immaginario scenografico ottocentesco è stato scarnificato, lasciando solo alcuni elementi iconici essenziali.

Abbiamo lavorato sui personaggi più dal punto di vista psicologico che macchiettistico, concentrandoci in particolare sulla moralità di figure tanto gaglioffe e trasgressive. Ogni attore ha elaborato percorsi morali alternativi, giungendo ad esiti anche molto diversi fra loro, più o meno assolutori. Abbiamo constatato come le scuse che spesso adottiamo nella vita quotidiana, coincidono invariabilmente con quelle utilizzate dai personaggi e che tutti noi, personaggi in commedia e personaggi nella vita, tendiamo costantemente ad autoassolverci, riuscendo a declinare le nostre sfaccettature in una serie sorprendente, ma sempre plausibile, di giustificazioni.

Oggi come allora tutto è incentrato sulla trasgressione delle regole sociali. Messa in opera con maggiori o minori sensi di colpa, agisce da sempre sul pubblico come un catalizzatore di risate, che divengono l’anestetico di chi inconsciamente si riconosce in quello che avviene sul palco. Quello che salva il pubblico da un’identificazione troppo scoperta, è la complessità assurda e improbabile della situazione, che, amplificata a dismisura, tranquillizza il povero spettatore permettendogli di ridere mentre si crogiola nella convinzione di essere nettamente più scaltro, soprattutto moralmente, dei personaggi rappresentati.

Alla fine di questo lavoro abbiamo ovviamente tenuto in commedia quello che ci sembrava più consono ed efficace alla nostra messa in scena e al nostro adattamento, ma abbiamo lasciato traccia dei vari esperimenti in registrazioni che potrete riascoltare, seguendo i link sul programma di sala, come piani sfalsati di una sorta di schizofrenia teatrale.

R. Malesci

 

Riassunto

Alfonso Marjavel, vedovo da neanche un anno, si è sposato in seconde nozze con Hermance, non sapendo che quest’ultima già lo tradisce con il miglior amico di casa Ernesto. E’ il giorno del compleanno di Alfonso, in casa, oltre all’onnipresente Ernesto, giunge anche Jobelin, lo zio di quest’ultimo, nonché amante segreto della prima moglie defunta di Marjavel, Melania. Tutti si preparano ad andare alla festa, quando sopraggiunge un losco tassista che ha scoperto sia la tresca di Ernesto con l’attuale moglie, che la precedente di Jobelin con la defunta Melania. Infatti entrambi si facevano portare a spasso in taxi con le rispettive amanti. In casa arrivano anche due domestici tedeschi assunti da Marjavel per sorvegliare la moglie: Krampach con la moglie Lisbeth. Il tassista ricatta sia Jobelin che Ernesto ed Hermance, minacciando di rivelare le tresche svoltesi nel suo taxi al padrone di casa. Entrambi gli mandano i soldi tramite il domestico Krampach, il quale però non li consegna al tassista poiché scopre che lo stesso è un suo vecchio compaesano a cui aveva prestato un’ingente somma mai restituita. Nel frattempo Marjavel tenta una tresca con Lisbeth, la moglie di Krampach, e si viene scoprire che la stessa era stata tre anni prima disonorata, in circostanze eccezionali, proprio da Ernesto. Krampach, venuto a sapere la cosa, si avventa contro Ernesto, mentre tutti cercano di calmarlo in un bailamme generale.

Krampach vuole sfidare Ernesto a duello. Marjavel tuttavia riesce a farlo desistere dato che il fatto è successo prima del suo matrimonio con Lisbeth. Il tassista, sempre più minaccioso, torna a reclamare il denaro mai ricevuto. Ernesto ed Hermance, esasperati dai rischi che stanno correndo, decidono che Ernesto si dovrà sposare con Berta, la nipote di Jobelin, per mettere a tacere ogni sospetto. Tuttavia, durante il bacio di addio, Hermance perde l’ultima lettera d’amore inviatale da Ernesto. Krampach ritrova la lettera e la consegna a Marjavel, che, credendola rivolta ad un’altra donna e non a sua moglie, vuole impedire ad Ernesto di sposare Berta, non essendone evidentemente innamorato. Riuniti tutti per annullare le nozze, rientra il tassista che racconta come qualcuno di casa sia andato a spasso nel suo taxi con una donnina allegra. Marjavel, che a sua volta utilizzava lo stesso taxi, ingenuamente crede che si tratti della sua tresca con una cantante polacca e mette a tacere il tassista con del denaro. Ernesto alla fine sposa Berta e Krampach si riconcilia con la moglie Lisbeth. Marjavel saluta Ernesto dispiaciuto, restando convinto che fosse meglio restare in tre in casa: lui, lei e l’altro